Biografia

Francesco Raffaele Marra nasce a Torano Castello, un bellissimo borgo della Calabria.

Negli anni ’70, come tanti figli del Sud, si trasferisce al Nord Italia, precisamente a Torino una porta più vicina all’Europa, dove vive nuove esperienze e conduce una vita alquanto dinamica.

Ancora ragazzo, il fato vuole che l’equazione tra una profonda Amicizia e l’arte sia ciò che di più naturale possa esistere per percorrere lo stesso viale.

L’Amico cartaginese, Ait Belgacem, pittore e cittadino del mondo, ed il suo gruppo bohémien, multietnico e costituito da artisti, pittori, scrittori e galleristi, tracciano per Francesco una retta verso la poesia, la fotografia e l’arte.

Responsabile del reparto bitume, presso il Politecnico di Torino, studia e conosce la materia (il bitume appunto) con la quale si trova a suo agio nella realizzazione delle sue prime opere.

Riversa su ignari fogli bianchi i tumulti e le emozioni del cuore e coglie, attraverso scatti fotografici, attimi indelebili; è l’inizio di un percorso artistico che ha portato, oggi, Francesco ad affrontare con passione, attraverso le sue opere come forma di protesta, il tema dal titolo “Crisi Ambientale”. Si tratta di pezzi di realtà, di tutto quello che ci circonda e viviamo nel quotidiano.

Materiali extra-pittorici, bitume, cemento, ferro, plastica e vetro: un’elaborazione della futura arte, non la tradizionale pittura, ma l’avventura di raccontare una verità oggettiva piuttosto che un inganno attraverso una bellezza inesistente. Il sogno dell’artista Francesco è quello di creare un’immagine che entri a far parte di una memoria visiva del contemporaneo, abbandonando le forme d’arte conosciute e plasmando opere, figlie del nostro tempo. Quindi nuove modalità d’espressione mediante gli oggetti e i materiali che invadono il nostro tempo, senza abolire l’arte classica, da far sì che il quadro esca dalla sua cornice.

In tanti hanno cercato di dare una definizione dell’arte: pensatori, scrittori, filosofi, artisti, ma ancora oggi non vi è una definizione che metta tutti d’accordo. A Francesco piace pensare che possa essere come uno specchio in grado di  riflettere la natura mutante della nostra vita; ennesimo tentativo di definire l’indefinibile, di delimitare un oceano senza confini.

Per Francesco l’arte contemporanea o concettuale non vuole essere autoreferenziale né per pochi; addirittura le opere non vengono considerate artistiche. Capita che una persona, trovandosi di fronte ad un’opera d’arte contemporanea, possa pensare “Questo so farlo anch’io”. In realtà, nella migliore delle ipotesi, quella stessa persona può semplicemente rifare l’opera che sta osservando, essendo già stata realizzata da qualcun altro frutto della genialità e dell’originalità dell’artista.

Oggi il pensiero artistico di Francesco Raffaele Marra è immerso nella realtà all’interno dei confini dell’autodistruzione. La sua una forma di contestazione e discussione tra artista e spettatore; interpretazioni simboliche possono procedere in parallelo tra oggetti, materia e l’ambiente, ricercando un unico filo conduttore tra progresso e distruzione, come Lui osservatore errante.

Provocazione o scandalo, con autenticità e onestà, le sue opere danno prova dei traumi quotidiani: difficilmente possono essere interpretate come frutto di un esasperato esibizionismo.

Per Francesco, l’intento è piuttosto quello di far scaturire una sensibilità, attraverso la capacità di illustrare, con sentimento e passione, lo straordinario potere dell’arte.

NEZ PERCE.

Grazie a Maria Megliola, Francesco Di Mauro, Roberto Cairo e Massimo Liberati.